L’incontinenza urinaria è un disturbo estremamente comune, che in Italia interessa 5 milioni di persone tra cui 3 milioni di donne, esistono diversi tipi di incontinenza e le cause vanno sempre indagate con lo/a specialista cioè l’urologo/a.
La perdita involontaria di pipì provoca imbarazzo e frustrazioni nelle donne che ne soffrono e va ad impattare negativamente sulla qualità della vita, nonché sulla spesa sia personale, che per la società.
Nelle donne la forma più frequente è l’incontinenza da sforzo, cioè la perdita di alcune gocce di pipì o lo svuotamento completo della vescica involontariamente a seguito di uno sforzo come ridere, starnutire, sollevare un peso.
Anatomicamente le donne sono più predisposto a questo disturbo poiché la vagina rappresenta un punto di debolezza per la statica degli organi pelvici, infatti le pressioni addominali causate dagli sforzi, dalle gravidanze, dall’aumento di peso possono nel tempo indebolire le pareti vaginali e della muscolatura del pavimento pelvico mettendo a rischio il meccanismo di continenza.
Per anni le pubblicità degli assorbenti ci hanno fatto credere che quelli fossero la soluzione, ma è come dire che la soluzione al raffreddore siano i fazzoletti!
Quindi, cosa fare quando una donna non riesce a trattenere la pipì?
La prima cosa da fare è rivolgersi al proprio medico o contattare un* specialista Urologo/a, alcune cose utili potrebbero essere:
- Esame urine: l’esame urine può essere utile per escludere un’infezione in atto, infatti l’incontinenza urinaria può essere un sintomo della cistite.
- Diario minzionale per 3-7 giorni: consiste nell’annotarsi per alcuni giorni consecutivi gli eventi che riguardano la minzione, la quantità, lo stimolo, i liquidi introdotti e le eventuali perdite. Questo strumento è utile per prendere coscienza di eventuali comportamenti scorretti.
- Utilizzare un rialzo sotto i piedi quando si è sedute sul water per favorire lo svuotamento completo della vescica
- Evitare di andare spesso in bagno quando non si ha lo stimolo per prevenire le perdite, la vescica non si abituerà più a distendersi
- Curare la stitichezza: i continui ponzamenti causano un’indebolimento della muscolatura del pavimento pelvico che sorregge gli organi pelvico
- Iniziare un percorso di riabilitazione
La riabilitazione per l’incontinenza urinaria
Le più aggiornate linee guida confermano che:
La riabilitazione del pavimento pelvico migliora la qualità della vita delle donne con incontinenza urinaria se fatta con la supervisione di un* terapista esperto/a e con l’utilizzo di biofeedback ed elettrostimolazione.
La riabilitazione intensiva e supervisionata di almeno 3 mesi deve esser offerta come trattamento di prima linea a tutte le donne con incontinenza urinaria da sforzo o da urgenza, incluse le donne anziane e nel post-partum.
La terapia riabilitativa deve essere globale in quanto alcuni fattori come la postura, le disfunzioni respiratorie e la diastasi addominale incidono negativamente sull’incontinenza urinaria.
Scegli di affidarti a un team di professionisti esperti che prendano in carico la tua problematica a 360°, insieme si può curare l’incontinenza.
Donna al Centro
Dr.ssa Martina Lupparelli | Ostetrica di Comunità in collaborazione con Dr.ssa Elena Corti | Fisioterapista
Fonte: Linee guida European Association of Urology e Società Italiana di Urologia
Riabilitazione pavimento pelvico Foligno
Diastasi addominale Foligno